Palazzo Aragona Cutò
pubblica, visitabile
Via Consolare Bagheria
Costruito tra il 1712 ed il 1716 per volontà del principe di Aragona, Luigi Onofrio Naselli, su disegno dell’architetto, Giuseppe Mariani, il Palazzo Aragona Cutò è ubicato nella via Consolare nei pressi della Stazione ferroviaria della città di Bagheria. Ha una massiccia struttura quadrangolare, sormontata da una vasta loggia-belvedere, la cui vista in lontananza incuriosisce ed attrae. Da questa loggia anticamente il principe e la nobiltà palermitana solevano assistere agli spettacoli teatrali ed ai fuochi d’artificio del “festino” di S. Rosalia di Palermo ed ancora oggi da questa terrazza coperta è possibile godere del suggestivo panorama sulla città di Bagheria e sullo splendido Golfo di Palermo. Sul frontone ai lati dell’ingresso principale, all’interno di nicchie, sono presenti due statue allegoriche, oggi monche, in pietra di tufo mentre busti di leoncello, che decorano i timpani delle aperture principali, rappresentano l’enblema araldico dei Naselli Aragona. Si accede dal piano terra al piano nobile mediante uno scalone monumentale, a due rampe simmetriche, la cui chiusura all’interno del cortile rappresenta una vera rarità per una villa di campagna. Infatti questo Palazzo è l’unico a non presentare quello scalone esterno che pure costituiva una delle prerogative principali delle ville siciliane d’epoca. Al piano terra si trovavano gli ambienti di servizio mentre al piano nobile abitavano i proprietari. Sono attribuiti a Willem Borremans gli affreschi ancora visibili, eseguiti intorno al 1726 sulle volte delle grandi sale del corpo principale in cui furono raffigurati soggetti mitologici quali Il Giudizio di Paride, Amore di Venere e Marte, Mercurio e Argo, Ercole e Anteo e soggetti tratti dal Nuovo testamento quali Annunciazione , Visita di pastori, Visita dei Magi, Fuga in Egitto. Nel 1803 questa grande residenza estiva, già appartenuta ai Principi D’Aragona, fu venduta ad Alessandro Filangeri, Principe di Cutò per cui furono cambiate le insegne con monogramma in ferro battuto sul portone d’ingresso. Complesse vicende patrimoniali preludono al passaggio della proprietà nel 1908 dal principe Alessandro Tasca di Cutò al nipote Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il famoso scrittore, per finire nel 1923 in mani borghesi. Acquistata dal Comune nel 1991, dopo il restauro delle coperture su progetto dell’architetto Antonio Belvedere, attualmente il Palazzo è diventato sede della Civica Biblioteca “Francesco Scaduto.
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